Regia
Luca Di Bartolo
Danzatrice
Ludovica Pinna
Breath è un dialogo intimo tra corpo, memoria e architettura.
Un vento leggero attraversa il tempo e lo spazio, portando con sé gesti sospesi e memorie sussurrate. L’ispirazione nasce da un’immagine privata e affettiva: una nonna e il suo fazzoletto, simbolo di cura, presenza e continuità. Un gesto semplice che diventa radice.
Questo ricordo abita la danza come eco emotiva, come segno invisibile che attraversa il corpo e lo lega alla terra d’origine – quella sarda – aspra e dolce, intima e universale.
Attraverso il linguaggio del corpo, Ludovica Pinna trasforma il gesto in narrazione, seguendo le linee dell’architettura e del paesaggio fino a fondervisi. Un passo trattenuto, un soffio di vento, un richiamo silenzioso alla forza delle origini.
La “macchina beccia”, monumento di archeologia industriale, si trasforma in architettura viva sotto lo sguardo di Luca Di Bartolo, che con la sua camera costruisce uno spazio emotivo, in cui danza e materia si intrecciano.
Breath è il respiro di una memoria condivisa, un omaggio alla fragilità e alla resistenza. È il soffio che attraversa, scolpisce, unisce.